Non ci fermeranno: il cambiamento in atto travolgerà i franchi tiratori e le loro sicurezze

Nei giorni scorsi la Camera ha approvato il cosiddetto “Italicum”, cioè la nuova legge elettorale che ora passa al Senato in seconda lettura.

Come sapete questa legge ha limiti enormi che mi hanno costretta a confronti con esperti ed amici che stimo e a riflettere a lungo sull’opportunità di votarla. Alcuni degli aspetti negativi erano stati oggetto di un mio intervento alla Direzione PD convocata sul tema. Mi limito a indicarvi quello che continuerà a rendere impossibile all’elettore la scelta del parlamentare.

I listini che voteremo, se e quando questa legge entrerà in vigore, restano bloccati anche se saranno più brevi di quelli con cui vi siete già trovati costretti a fare i conti nell’era del ‘Porcellum’. Ma a scegliere chi verrà eletto saranno sempre le segreterie dei partiti.

Gravissima è poi la modifica al testo base apportata dalla minoranza del PD secondo cui questa legge, fortemente maggioritaria, vale solo per la Camera perché, tanto, il Senato “non ci sarà più”. Come si fa a fare una legge ipotizzando che una riforma tanto importante quanto il superamento del bicameralismo sia già acquisita quando non lo è?

Le soglie di sbarramento per poter vedere eletti propri parlamentari sono per i partiti troppo alte sia che si presentino da soli che in coalizione.

Di tutto questo e altri punti negativi  si è sentito parlare poco.I media hanno scelto la più facile e ‘ghiotta’ notizia della bocciatura dei tre emendamenti (1.88 1.93 e 1.92) relativi alla parità di genere.

Il terzo di fatto era una semplice norma antidiscriminatoria che fissava una soglia (40%) di presenza di donne sotto cui non potesse essere possibile scendere nelle liste.

A renderla ‘ghiotta’ il fatto che i franchi tiratori e le franchissime tiratrici sono stati in grandissima parte nostri. Al riparo dal voto segreto, fatto chiedere da esponenti del centrodestra, le/i parlamentari del PD hanno affossato anche quanto sta scritto nello statuto del partito ma soprattutto la propria dignità, hanno leso l’onore delle istituzioni e la loro credibilità.

Nel tentativo di ‘salvare’ il terzo emendamento ho preso anche io la parola a titolo personale (unica possibilità prevista dal regolamento) per un minuto (tempo massimo concesso). Ecco quello che ho detto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, il mio non è un appello, è semplicemente una riflessione. Fuori da qui c’è un mondo e questo mondo non lo fermeremo. Non lo fermeremo negando il cambiamento che avviene, non lo fermeremo votando in modo ingannevole coperti dal voto segreto. Domani saremo giudicati e queste istituzioni, noi, perderemo ancora più credibilità. Credo che sarà un danno ancora più grande che facciamo a noi stessi, alla politica e a questo luogo dove dovremmo avere l’onore di servire il nostro Paese.

Resta in me la certezza che il mondo non sarà fermato dal voto segreto di chi, temendo che saltasse l’accordo tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale, o per semplice meschino calcolo di genere (ogni posto in più a una donna è un posto in meno a un uomo), ha votato contro la parità di genere.

La rivoluzione femminile proseguirà e il cambiamento in atto nella società, che ancora una volta il M5S ha dimostrato di non interpretare, travolgerà i franchi tiratori e le loro sicurezze. Per ora raccogliamo un ulteriore danno alla credibilità di questo sistema politico e, purtroppo, delle istituzioni.

S.Z.

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Una replica a “Non ci fermeranno: il cambiamento in atto travolgerà i franchi tiratori e le loro sicurezze”

  1. Andrea scrive:

    Tra i retroscena giornalistici si dice che Lei abbia pronunciato la seguente frase: “a questo punto non so più se starci” inteso nel pd. Detta o pensata, questa frase, comprensibile in un momento come questo, non lo faccia. Soprattutto per quegli elettori del pd che stanno vivendo questa fase della vita politica una sorta di ripiegamento, direi un senso di generale disgusto verso l’ipocrisia delle scelte secretate ma soprattutto di quelle palesi. Il disarcionamento di Letta fatto in maniera meschina e crudele, un governo cortigiano con persone di scarsa esperienza salvo rare eccezioni (esteri, difesa, economia), posizioni di sottogoverno imbarazzanti che dimostrano il doppiopesismo sugli avvisi di garanzia, una proclamata discontinuità che non può che essere discontinuità da noi stessi dal momento che con le nostre idee e i nostri uomini noi abbiamo governato, un totale schiacciamento del dibattito nel partito su temi di rilevanza costituzionale a beneficio di un accordo blindato con Berlusconi che non era del tutto inevitabile. E ora questa campagna pubblicitaria deprimente nei consigli dei ministri dove si regalano i soldi pubblici aumentando il deficit (se questi soldi c’erano erano allocchi i governi precedenti? O forse non ci sono se non a debito). Dal pd ci si aspetterebbe una politica economica e sociale un può più complessa e non solo fiscale.
    C’è bisogno ora più che mai che le persone di buona volontà del pd si armino di coraggio per mantenere alto e virile il livello del dibattito pubblico, per rompere questo appiattimento culturale che fa’ tanto forza italia. L’urgenza di decidere non faccia retrocedere dalla necessità di fare le scelte migliori (la politica necessariamente lenta di Martinazzoli). Si vedono già i primi segni di egolatria. Facciamo sentire al presidente del consiglio l’altezza del compito che evidentemente non avverte, pesiamo un’idea di collettivo, coltiviamo la continuità più che le rotture che evocano sempre grandi aspettative: sulle spalle di uno solo sono sempre deluse. Buon lavoro!

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