Home visiting: perché nessun bambino va lasciato indietro

Intervento di Sandra Zampa alla presentazione delle linee guida del CISMAI sul Home visiting – interventi di sostegno domiciliare

Nel 2016, in Italia,  5383 minori sono stati vittima di violenza: 15 bambini ogni giorno hanno subito maltrattamenti. Un dato che registra un incremento del 6% rispetto al 2015. Ogni anno, nel nostro paese, quasi 1000 bambini vengono abusati sessualmente. La grande parte di questi reati avviene tra le pareti domestiche. 1618 sono le bambine e i bambini che subiscono violenza in famiglia: abuso di mezzi di correzione, eccessi di disciplina, percosse. Violenze così gravi da costringere al ricorso del pronto soccorso dove scatta la denuncia degli operatori e il reato entra nelle statistiche.

Ciò conferma che stiamo osservando solo la punta dell’iceberg e che la vera portata del fenomeno della violenza sui minori resta ancora da individuare. La realtà è che non siamo in grado di dire quanti siano davvero i bambini vittima di questo fenomeno che si consuma spesso dentro le mura di casa. Così come non siamo in grado di valutare quante siano le madri e i padri, quante le coppie e le famiglie che non sono nella condizione, se lasciate da sole, di far fronte all’impegno costante che l’educazione e l’accudimento dei figli richiede.

Accade però troppo spesso che sia la cronaca a rendere palpabile l’isolamento nel quale un numero elevato di famiglie vive, quasi separate dal resto della società che non ascolta, non vede e non si ferma nemmeno dinnanzi ai segnali che un bambino invia con il suo corpo, con un disegno o con un comportamento non abituale rivelatori del disagio in cui vive.

Famiglie alle quali solo parzialmente e ancora in modo non sufficiente la politica ha offerto possibilità, soluzioni, risposte. Rarissimi sono gli interventi che possono davvero incidere nella necessaria prevenzione dei danni da maltrattamento anche se sappiamo che gli interventi di cura non possono corrispondere alla sola risposta. La prevenzione resta il primo obiettivo a contrasto della violenza sui minori, così come l’OMS raccomanda e così come gli stessi operatori dei servizi mettono in evidenza. Non solo: è attraverso la prevenzione che si può meglio intervenire nel tessuto sociale del paese con minori costi e maggiori benefici.

Il dettagliato lavoro di analisi che il CISMAI ha compiuto nel presentare le linee guida sull’home visiting  ci impone innanzitutto una rilettura delle condizioni di fragilità in cui molte famiglie italiane si trovano a vivere. Le raccomandazioni che il CISMAI elenca per una corretta applicazione dell’home visiting corrispondono alle indicazioni dell’OMS contenute nel documento “Preventing child maltreatment: a guide to taking action and generating evidence” del 2006 per la realizzazione di una possibile e concreta prevenzione del fenomeno della violenza familiare sui minori da realizzarsi attraverso una prassi di interventi che prendono avvio nelle strutture sanitarie e proseguono presso le famiglie stesse con il loro diretto coinvolgimento. Allo stesso tempo questo documento sollecita una riflessione circa la necessità di recuperare politiche di welfare e buone prassi che possano aiutare a ristabilire un vero sentimento di fiducia tra istituzioni e cittadini, messo a dura prova anche dal lungo permanere della crisi.

Nessun bambino va lasciato indietro, nessuna fragilità abbandonata a se stessa: dobbiamo tornare a condividere con la società italiana l’imperativo etico che ci impedisce di proseguire da soli trascurando chi vive in condizioni di bisogno e di precarietà. Questo non solo corrisponde al senso di giustizia e di equità, ma rappresenta la sola strada possibile per costruire un futuro su fondamenta più solide.

Il nostro obiettivo deve essere quello di affermare il superiore interesse del minore. Per fare questo dobbiamo poter valutare, con certezza, le condizioni in cui il minore si trova. Ossia se la sua famiglia sia o non sia in grado di accudirlo e crescerlo. Dobbiamo poter intervenire prima che la violenza si manifesti: se possibile curando l’intero nucleo familiare. E ove ciò non sia possibile dobbiamo essere pronti a mettere in atto ogni azione possibile a tutela della salute del bambino e della sua integrità psichica.

Prevenire, questo è l’obiettivo dell’home visiting. Le linee guida redatte dal CISMAI mettono bene in evidenza che una seria azione di prevenzione dei maltrattamenti sui minori si realizza a partire dall’analisi attenta dei dati di cui gli operatori socio sanitari entrano in possesso al momento del parto, dall’osservazione e dall’ascolto dei bisogni, anche di quelli non esplicitati per paura, per convenzione sociale, per pudore, per vergogna. Prosegue a casa della famiglia grazie all’intervento di personale altamente qualificato, capace di guidare, accogliere, comprendere e in grado di offrire soluzioni. L’home visiting, se applicato correttamente, è un sofisticato strumento per il quale occorrono risorse economiche adeguate, risorse umane qualificate, capacità di fare rete con le strutture pubbliche e le realtà associative che già operano nei territori.

E ancora, così come opportunamente sottolineato dal CISMAI, è di fondamentale importanza la formazione degli operatori che entreranno in contatto con la famiglia perché siano preparati a far sì che le madri e i padri in fragilità si sentano in grado  di ripercorrere le eventuali esperienze della propria esistenza che li hanno resi soggetti vulnerabili loro stessi esponendoli al rischio di perpetrare, con i propri figli, comportamenti subiti e mai affrontati in modo adeguato. Si tratta di un impegno delicato che presuppone l’esistenza delle condizioni di fiducia necessarie: una fiducia che si costruisce, e in alcuni casi si dovrà ricostruire, con il concorso di tanti.  Infine non va trascurato il fondamentale lavoro di valutazione dell’efficacia degli interventi che prevede il monitoraggio nel tempo del miglioramento delle condizioni del bambino, della madre, della famiglia. I dati raccolti costituiranno un patrimonio fondamentale per arrivare ad estendere questo strumento su tutto il territorio nazionale e ci consentirà di conoscere da vicino le condizioni reali di tante famiglie italiane. Uno strumento di intervento e di analisi allo stesso tempo che sarà tanto più efficace quanto la sua applicazione sarà scrupolosa e che potrà rappresentare una risorsa per la tutela dei diritti delle bambine e dei bambini, delle famiglie e della società nel suo complesso. E che permetterà di riallacciare quel legame con la società che oggi appare allentato e in alcuni casi interrotto.

?Non posso tralasciare di ricordare la necessità  di definire una governance nazionale con l’obiettivo di coordinare le politiche e valutare l’impatto delle normative sui minori. Una governance che riguardi tutte le politiche da quelle fiscali a quelle scolastiche fino a quelle più specifiche. La necessità di realizzare quanto previsto nel Piano nazionale Infanzia entro il 2019 sia attraverso risorse certe e dedicate sia con un coordinamento della pianificazione e dell’applicazione delle politiche riguardanti i diritti dei minori che coinvolga le Regioni. Così com’è necessario restituire agli assistenti sociali gli strumenti per un’azione concreta di prevenzione e di contrasto alla violenza e ai maltrattamenti dei minori di età. Dobbiamo superare la marcata disomogeneità del nostro territorio nazionale a garanzia dei diritti di tutti i minori, dal nord a sud. Dobbiamo rigenerare la cultura del diritto dei minori come soggetto a pieno titolo. E’ urgente l’affermazione di una nuova cultura capace di superare limiti imposti dal pregiudizio o dal preconcetto che impediscono di accettare che se è vero che la violenza può nascere in condizioni di precarietà e che la povertà è un elemento che può innescare meccanismi di esasperazione, è altrettanto vero che violenza e abusi non si fermano davanti alle porte dei ceti sociali ritenuti meno a rischio.

E’ solo attraverso un investimento sul futuro dei più piccoli che garantiremo a tutti un futuro migliore.

Sandra Zampa

Vice presidente della Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza

MINORI. HOME VISITING, ZAMPA: APPROCCIO CONCRETO A PROBLEMA MALTRATTAMENTI

La vicepresidente della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza e’ intervenuta a Roma alla presentazione delle Linee guida del Cismai. “Si tratta di una buona pratica di welfare che offre sostegno a tutte le famiglie e ai bambini in condizioni di difficolta'”

(RED.SOC.) ROMA – “Obiettivo dell’home visiting e’ la prevenzione al maltrattamento e alla violenza sui minori, obiettivo fondamentale che la politica ha il dovere di perseguire per la tutela della salute e del benessere di tutte le bambine e di tutti i bambini.

Si tratta, infatti, di un approccio concreto al problema dei maltrattamenti sui minori, una buona pratica di welfare che offre sostegno a tutte le famiglie e ai bambini che vivono una condizione di difficolta’ che, in molti casi, puo’ essere affrontata con l’intervento qualificato di personale specializzato”. Lo ha detto Sandra Zampa, vice presidente della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza, intervenuta questa mattina a Roma all’incontro di presentazione delle Linee guida sull’home visiting redatte dal Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia).

“Se ben applicato, come le Linee guida presentate oggi dal Cismai indicano, l’home visiting evitera’ esperienze di sofferenza e trauma ai bambini e alle loro famiglie – ha proseguito Zampa – Prevenire si puo’ e dobbiamo insistere su questa strada per costruire una societa’ migliore, meno sofferente e quindi piu’ giusta”. (lp) 16:31 13-11-17 NNNN

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abc last nov 13, 2017 Categorie: Territorio ,Sul territorio
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