Sul traffico di minori Maroni non risponde, i dati del governo sono ballerini e il pacchetto-sicurezza aggraverà la situazione

feb 12, 2009 Categorie: Parlamento ,In Parlamento
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Il Ministro dell'Interno

Il Ministro dell'Interno

XVI LEGISLATURA – Resoconto stenografico dell’Assemblea

Seduta n. 132 di giovedì 12 febbraio 2009

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 18,10).

Iniziative per contrastare il fenomeno della scomparsa di minori extracomunitari in relazione alle affermate evidenze di traffici d’organi – n. 2-00304

PRESIDENTE. L’onorevole Zampa ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00304, concernente iniziative per contrastare il fenomeno della scomparsa di minori extracomunitari in relazione alle affermate evidenze di traffici d’organi (Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, questa interpellanza, come ricorda il testo, muove da un’affermazione del Ministro Maroni pronunciata nel corso di un’ assemblea pubblica – quindi, un’affermazione pubblica – cito testualmente: evidenze di traffici di organi di bambini stranieri, minori extracomunitari sul nostro territorio.
Si tratta di evidenze che evidentemente hanno suscitato nel nostro Paese e in noi una grandissima preoccupazione, soprattutto se legate a quanto sta avvenendo nel nostro Paese, dove l’aumento del numero di bambini stranieri, di minori stranieri non accompagnati è in progressione costante. Lo stesso titolare del Viminale ci ha fatto sapere che nel 2008 su 1.320 minori approdati a Lampedusa almeno 400 sono spariti senza lasciare traccia.

Nell’ambito del lavoro che la Commissione bicamerale per l’infanzia sta conducendo già da diversi mesi abbiamo dovuto raccogliere elementi di grave allarme sociale; in particolare, ciò è stato rilevato nel corso di audizioni che, tra le altre cose, hanno visto e registrato preoccupate affermazioni del prefetto di Agrigento, Postiglione, ma anche dell’assessore regionale alle politiche sociali della regione Sicilia, secondo le quali i minori arrivano in un numero sempre più grande e scompaiono senza lasciare traccia di sé.
Nei giorni scorsi, a seguito delle audizioni che si sono tenute in Commissione bicamerale per l’infanzia, e anche a seguito delle parole del Ministro Maroni, un autorevole quotidiano italiano  è tornato ad occuparsi di questa vicenda e ha nuovamente segnalato la facilità con la quale questi minori circolano nel nostro Paese non censiti, non accompagnati, non tutelati, non accuditi, e quindi lasciati certamente al rischio di essere preda di malaffare di ogni genere.
Qualche mese fa – vorrei ricordarlo in particolare al sottosegretario che è qui per rispondere a questa interpellanza – con il Ministro Maroni abbiamo partecipato ad un tavolo informale di lavoro nel corso del quale si è tentato di affrontare questo problema, che vede, tra l’altro, la questione dell’estrema concentrazione di minori in unica regione italiana o soprattutto in una regione italiana: la Sicilia. Tuttavia dalle audizioni complessivamente si ha la sensazione nettissima che l’Esecutivo non abbia assolutamente in mano la gestione e il governo di questo fenomeno. Di conseguenza, con questa interpellanza si chiede se non sia necessario costituire immediatamente una task force che si occupi di questo; si chiede, altresì, quali siano effettivamente queste evidenze relative ad un traffico di organi, e si chiede, inoltre, se non sia doveroso evitare l’espulsione coatta dei minori non accompagnati, predisponendo adeguate misure di accoglienza e di controllo nell’ambito delle strutture atte ad ospitarli.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l’interno, Alfredo Mantovano, ha facoltà di rispondere.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l’interno. Signor Presidente, vorrei anzitutto ricordare che l’articolo 19 del Testo unico sull’immigrazione vieta l’espulsione dei minori stranieri salvo che per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato. Quindi non sono stati adottati provvedimenti di espulsione nei confronti di minori. A tale divieto si associa l’impossibilità di trattenere i minori non accompagnati nei centri di permanenza temporanea.
Accertata la presenza sul territorio dello Stato di un minore straniero non accompagnato i pubblici ufficiali che ne vengono a conoscenza sono tenuti a darne immediata comunicazione, oltre che al giudice tutelare e al tribunale per i minorenni ai fini dell’affidamento, anche al comitato per i minori stranieri perché siano attivate le procedure per rintracciare la famiglia. La segnalazione viene completata con tutte le informazioni disponibili relative a generalità, nazionalità, condizioni fisiche, mezzi di sostegno, luogo di dimora provvisoria del minore. Una volta acquisite le informazioni il comitato inserisce il nominativo in una banca dati continuamente aggiornata con le diverse comunicazioni relative allo stesso minore.
I dati del Comitato, al 31 dicembre ultimo scorso, indicano la presenza sul territorio dello Stato di 7.797 minori stranieri non accompagnati di cui solo il 23 per cento risulta identificato, in quanto in possesso di idoneo documento di riconoscimento, mentre per il restante 77 per cento si tratta di segnalazioni di minori stranieri per i quali non si hanno informazioni sull’identità e sulla famiglia nel Paese di origine.
Quanto alla doverosa predisposizione di misure di accoglienza in strutture atte ad ospitarli, l’accoglienza è affidata agli enti locali, in conformità alle disposizioni della legge 8 novembre 2000, n. 328. In particolare, i giovani sono ospitati in strutture previste dalla legge 4 maggio 1983,
n. 184, i cui standard sono definiti dalle leggi regionali. Generalmente sono nominati tutori del minore straniero non accompagnato, il sindaco o il responsabile dei servizi sociali del comune presso cui è ubicata la comunità che lo ospita. I minori restano in carico ai servizi sociali del comune fino alla maggiore età o all’affidamento ovvero fino al rimpatrio assistito deliberato dal comitato minori stranieri. Il grande afflusso di migranti che sta interessando il nostro Paese, soprattutto a Lampedusa, ha fatto registrare anche la crescente presenza di minori non accompagnati e ha comportato la necessità di fronteggiare le difficoltà connesse all’accoglienza dei minori nell’immediatezza degli sbarchi.
Nel gennaio 2009, in assenza di posti disponibili nella comunità della provincia di Agrigento e nell’intero territorio della Sicilia, è stato necessario trasferire dal centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa numerosi minori non accompagnati in altre parti del territorio nazionale, in apposite strutture per la loro accoglienza temporanea.
Sull’abbandono delle comunità da parte dei minori, non è possibile ovviamente sottoporre tutte le strutture di accoglienza a vigilanza da parte delle forze dell’ordine. Gli ospiti delle comunità-alloggio sono controllati esclusivamente da parte del personale delle comunità stesse e, in particolare, sono liberi di entrare e uscire dalle strutture per seguire percorsi di inserimento previsti dalle norme vigenti, anzitutto la frequenza scolastica. La quasi totalità dei minori non accompagnati è compresa nella fascia di età dai 16 ai 18 anni e la mancanza di un’azione di sorveglianza rende difficilmente controllabile il fenomeno degli allontanamenti arbitrari.
A ciò si aggiunge che parte dei minori sembrano entrare clandestinamente in Italia con l’intento preciso di ricongiungersi ai genitori o ai parenti già presenti nel territorio nazionale in condizioni di clandestinità. Le rilevazioni statistiche confermano che la percentuale maggiore di minori stranieri scomparsi riguarda coloro che nell’arco del 2008 si sono allontanati dagli istituti e dalle comunità per un totale di 740 minori stranieri.
Non essendo, però, quasi mai presentate denunce di scomparsa da parte dei familiari residenti all’estero, il fenomeno nel suo complesso resta ampiamente sommerso. Del problema si è occupata anche la prefettura di Agrigento che, nel corso di una riunione svoltasi il 9 ottobre 2008 con l’intervento del presidente del tribunale per i minorenni, del procuratore della Repubblica presso il tribunale dei minorenni, del giudice tutelare e dei responsabili provinciali delle forze di polizia, ha esaminato i principali problemi relativi alla questione. In quella sede si è deciso che sarebbero state avviate indagini per individuare eventuali interessi da parte del racket della prostituzione e, più in generale, delle organizzazioni criminali dedite al traffico degli essere umani.
Sono in corso anche indagini accurate per accertare la correlazione tra la scomparsa di minori e il traffico di organi. Tenuto conto della drammaticità del problema e della necessità di avviare ogni utile iniziativa per contrastare con fermezza il fenomeno, sarà costituita una task force che agisca in sinergia e in tal senso saranno avviati contatti con le amministrazioni interessate.
Il sistema di accoglienza per i minori presenta, evidentemente, aspetti critici sui quali occorre intervenire con determinazione – lo si sta già facendo – anche per evitare gli allontanamenti arbitrari e i rischi ad essi connessi. Proprio sul tema è allo studio un progetto di riforma del sistema e tutto ciò verrà più approfonditamente illustrato in occasione dell’audizione che il Ministro Maroni terrà presso la Commissione parlamentare per l’infanzia, il prossimo 25 febbraio.
Lo stesso Ministro dell’interno, in considerazione della particolare rilevanza dei problemi evidenziati, con propria circolare, nel richiamare l’attenzione dei prefetti sulla necessità di attuare tutte le strategie ritenute opportune, avvalendosi dei consigli territoriali per l’immigrazione, ha disposto l’istituzione, laddove non già
prevista, di un’apposita sezione dedicata ai minori, quale tavolo di discussione e confronto di tutte le istituzioni competenti. Ciò al fine di assicurare il monitoraggio sia della presenza dei minori sul territorio che degli allontanamenti.

PRESIDENTE. L’onorevole Zampa ha facoltà di replicare.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente e signor sottosegretario, mi dispiace dirlo, ma considero non solo insoddisfacente il fatto che non sia qui oggi il Ministro Moroni a rispondere su un tema di così grande rilievo (sopratutto perché è dalle sue parole che nasce il caso): non sono assolutamente soddisfatta di questa risposta, perché ciò che lei ci ha illustrato è un elenco di dati (tra l’altro confermano che sono tutti dati ballerini: questa è la terza o la quarta versione dei numeri che noi conosciamo). Lei ci ha detto sostanzialmente che il Governo sta facendo alcune cose – non si è ancora capito quali siano – e che vi è un problema, ma questo lo sappiamo già e lo sappiamo da diversi mesi.
Non credo che si possano rilasciare dichiarazioni così gravi in un momento in cui la preoccupazione per i bambini che scompaiono è sentita da tutti ed è vissuta da tutti gli italiani con grande ansia e attenzione.
Il Ministro Maroni e il Ministero sono tenuti ad entrare nel problema, a sviscerarlo e non a rilasciare dichiarazioni di allarme. Non è un problema che si possa affrontare con una «toccata e fuga»; è piuttosto una questione che va affrontata con una forte volontà politica.
Non è un’enunciazione di dati quella che volevamo ascoltare qui oggi, perché glieli possiamo fornire anche noi. Desideriamo che vengano prese decisioni e che si mettano in atto strategie e linee politiche.
Voglio solo, tra le altre cose, ricordare al Governo alcuni punti e li ripeto: il problema è evidentemente concentrato in Sicilia e noi, in Commissione bicamerale infanzia, abbiamo dovuto ascoltare un assessore chiederci aiuto. Vi sono difficoltà di censimento, lo ha detto anche lei, nel numero dei minori stranieri non accompagnati. Vi sono i costi di accoglienza: lei ha fatto riferimento alle difficoltà e al fatto che sono gli enti locali che si devono fare carico di questo problema; noi sappiamo – e credo che lo sappiate anche voi – che proprio perché gli enti locali non sono in grado di fare fronte a questo problema, questo problema si è rivelato così grave. Infatti, gli enti locali non pagano le rette e addirittura pagano il biglietto per mandare via i bambini dai centri nei quali sono accolti. All’inizio sono accolti perché il Ministero invece paga e poi si fa loro un biglietto e li si manda da qualche altra parte. Voglio ricordare che non avete fatto alcun cenno – e abbiamo ascoltato il Ministro Frattini dire che è necessario che il Governo metta una parte del denaro che arriva dal fondo rimpatri e anche dal fondo per l’integrazione (si tratta in un caso di 71 milioni di euro e di 96 milioni di euro) – alle risorse per risolvere questo problema.
Voglio anche ricordarle che il disegno di legge sulla sicurezza non solo non tiene in considerazione alcuna il superiore interesse del minore, ma con alcuni punti precisi lo aggraverà sicuramente: mi riferisco all’abolizione del divieto di segnalazione all’autorità per gli immigrati regolari che si rivolgono ad una struttura sanitaria. Evidentemente, visto che si tratta di minori stranieri non accompagnati che arrivano qui clandestinamente, la situazione di questi bambini è destinata ad aggravarsi. L’introduzione di misure specifiche per il rimpatrio di minori stranieri non accompagnati comunitari coinvolti nella prostituzione introduce un criterio di discriminazione inammissibile ai sensi dell’articolo 2 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e dell’articolo 3 della Costituzione italiana.
Infine, la restrizione delle possibilità dell’ottenimento del permesso di soggiorno per minori stranieri non accompagnati al compimento del diciottesimo anno introduce una discriminazione tra diversi gruppi di minori, sulla base dell’età anagrafica, oltre a contraddire una sentenza
della Corte costituzionale. Vi è il rischio, dunque, che i minori entrati in Italia, dopo aver compiuto 15 anni, non saranno incentivati a seguire un percorso di integrazione sociale, perché non avrebbero in ogni caso la prospettiva del diritto al soggiorno dopo il compimento del diciottesimo anno.
Tale limitazione incentiverà l’ingresso in Italia di minori sempre più piccoli, al di sotto dei quindici anni. Secondo Save the children – lo voglio ricordare – il fatto che i centri non siano adeguati alle esigenze dei minori che vi sono ospitati è una tra le principali cause delle loro fughe e del conseguente coinvolgimento in circuiti di sfruttamento. Ripeto: abbiamo ascoltato un prefetto dirci di essere più preoccupato per i bambini che restano in questi centri, che del destino di quelli che se ne vanno. Quelli che restano, improvvisamente vengono trovati a lavorare nei campi, se sono dei maschi, o, invece, si vedono delle bambine ben vestite, con il cellulare. Chiedo perché, ad esempio, non si debbano utilizzare i fondi provenienti dall’Europa e perché non impiegarli per un’adeguata accoglienza ed integrazione dei minori stranieri non accompagnati, dare sollievo economico, così, agli enti locali siciliani e circoscrivere il business che si sta venendo a creare con le comunità di accoglienza.
Inoltre, voglio farle notare, signor sottosegretario, che non avete assolutamente risposto alla questione del traffico di organi su minori. Le nuove norme introdotte dal cosiddetto pacchetto sicurezza – l’ho già detto – non faranno altro che aumentare il rischio che questo dramma diventi reale. Quello che preoccupa è il destino di questi minori non accompagnati. È inutile insaccare la sabbia: è necessario che lei lo dica al Ministro Maroni, è necessario intervenire, prima che la situazione si aggravi ulteriormente. Sono già passati diversi mesi da quando abbiamo incontrato il Ministro Maroni presso la Commissione bicamerale e gli abbiamo posto, con forza, questi stessi problemi

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abc last feb 12, 2009 Categorie: Parlamento ,In Parlamento
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