Eleggendo il Sindaco di Bologna siamo chiamati a scegliere un’idea di Città

piazza-maggiore-pdIl dovere di giocare a carte scoperte

Lettera di Sandra Zampa a Il Corriere della Sera del 14 novembre 2010

Con il ritiro di Maurizio Cevenini (che va ringraziato per quel che ha fatto e farà per il PD e per Bologna), si è riaperto il dibattito su come arrivare vincenti all’appuntamento con le urne.

Il percorso non è certo ripartito da zero. Rispetto alla situazione di fine estate si sono confermate due candidature ‘civiche’ alle primarie della coalizione: quella di Benedetto Zacchiroli e quella di Amelia Frascaroli che hanno raccolto le firme necessarie.

Nel caso di  Frascaroli le firme sono due volte e mezzo il numero richiesto. Un buon segnale. Che ha rafforzato le ragioni di chi ha scelto di sostenerla. Come ho fatto io stessa convinta come sono che sia venuto tempo di avere al governo una donna capace di  prendersi cura della città e di intercettare il voto degli elettori delusi riducendo il rischio di tentazioni astensioniste e di “grillismo”. Due pericoli che incombono sui partiti, PD compreso, qui come altrove.

Ma la sostengo anche perché la sua candidatura, di alto profilo morale, è un ponte tra il PD e le altre forze della  coalizione, in primo luogo il Sel, tale da rafforzare l’alleanza elettorale oggi, di governo domani, nel governo locale e in quello nazionale.

Il ritiro di Cevenini ci ha però riportato inevitabilmente a una discussione sul percorso.  Quando si  parte è bene aver chiaro il traguardo. Quello del PD è vincere le elezioni e vincerle bene, uscendone con un buon risultato di partito e con una coalizione unita e coesa.

Per arrivarci dobbiamo capire cosa ci chiede Bologna. A me pare che non ci siano dubbi al riguardo.

I nostri elettori ci chiedono di poter scegliere e di poterlo fare davvero. Ci chiedono di poter conoscere le ragioni delle scelte che si compiono a casa nostra. Insomma, primarie e trasparenza.

Richieste più che legittime visto che siamo noi ad aver promesso loro che questo avremmo reso possibile. Nessun timore perciò rispetto ad una pluralità di candidature, se non di quelle ‘strumentali’ utili a una conta o a una resa dei conti interne al partito.

Le candidature, civiche o di partito che siano, devono essere dettate da un’ambizione: contribuire a disegnare i destini e la storia della città che si aspira a guidare. Vale anche per Andrea Segrè  la cui attenzione a Bologna non si è per il momento concretizzata in una candidatura nel timore di una eccessiva frammentazione del voto e di una contrapposizione tra candidature “civiche” e “di partito”.

C’è un momento in cui si devono mettere da parte i timori per alzare la mano con coraggio per dire: “io ci sono”. Questo è lo spirito delle primarie.

Non è questo che dobbiamo temere. Attenzione semmai a passi falsi quali  risulterebbero quelli in appoggio di questa o quella candidatura, sia essa civica che di partito.

Dunque, capacità di ascolto della città e occhi ben aperti sulla correttezza dei procedimenti per le primarie. Un primo risultato di cui essere orgogliosi c’è già:  abbiamo costretto la destra a inseguirci ancora una volta costringendola a inventarsi una specie di primaria (consultazione on line) e abbiamo avviato un  processo democratico di cambiamento del sistema partitico che è l’unico in grado di far recuperare credibilità alla politica.

Ma questo non basta. Ha ragione l’europarlamentare Caronna: non è sufficiente essere un partito più democratico degli altri. E’ necessario se si vuole svolgere lo storico compito di rinnovare innovando il sistema politico, ma non basta a vincere le elezioni.

Bologna si sta trasformando. E i nuovi problemi che incalzano il mondo cercano soluzione anche qui, sotto le torri che evocano il potere e la forza di un tempo lontanissimo. Il sindaco che eleggeremo dovrà saper affrontare nodi pesanti che hanno a che fare con la coesione sociale, con la crescita più ancora che la tenuta economica del territorio (che da sola non basterebbe), con i nuovi diritti, con l’immigrazione e persino con la bellezza (non ne possiamo più della bruttezza dei tempi presenti).

Insomma con il nostro futuro. A questo ha il dovere di pensare chi si candida oggi a guidare la coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni amministrative.

Che sia civico o di partito deve guardare alla città e ai suoi problemi, deve far emergere le risorse e la forza della società tutta, e deve perciò affrontare le primarie facendoci capire come intende lavorare e quale contributo dare al cambiamento (in meglio) di Bologna. Perché quando si voterà la gente dovrà poterlo fare  non solo esprimendo un nome ma scegliendo un’idea di città.

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abc last nov 14, 2010 Categorie: Media ,Sui mass media
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