Riformare l’accordo di Dublino e velocizzare le procedure per accogliere i bambini migranti

A Bruxelles, dove si è tenuto il dodicesimo forum europeo sui diritti dell’infanzia, sono stata invitata a presentare la Legge 47 che il parlamento italiano approvò nel 2017.

Ciò che sorprende gli esperti e i politici è la notizia relativa alla totale volontarietà e gratuità del tutore volontario così come immaginato dalla legge. Sono diversi i paesi europei in cui opera, da molto tempo prima che in italia, il tutore dei minori non accompagnati.

L’esempio di “guardianship” che io stessa andai a studiare era operativo in Olanda, grazie a Nidos che abbina al sistema di tutoraggio quello degli affidi familiari. Ma la peculiarità del modello italiano consiste proprio nella gratuità dell’impegno di cittadine e cittadini (la gran parte delle quali donne, adulte, istruite).

Ed è questo, oltre alla notizia del numero di adesioni alla proposta (oltre 4000), a “sorprendere l’Europa” che scopre non solo una legge ma una risposta civica al razzismo, alla xenofobia e al sovranismo.

Si tratta, come è stato osservato da diversi degli esperti presenti, di una efficace risposta a questi fenomeni perché arriva da parte della società che “ci mette la faccia” e dedica qualcosa di personale alla causa di questi giovani.

Ma la legge va assai oltre l’introduzione della figura del tutore. Essa disegna un modello di accoglienza che apre e favorisce l’integrazione a partire dalla regolarizzazione dello stato dei giovani migranti. Rappresenta un modello anche in termini di coerenza e rispetto dei diritti umani delle persone di età minore come indicati dalla Convenzione ONU di New York. Da questo punto di vista rappresenta il modello più avanzato in Europa ed è per questa ragione che è stato proposto di allegarne la traduzione inglese del testo alle conclusioni cui il Forum perverrà.

Nel mio intervento ho però sottolineato che l’Europa deve fissare standard minimi comuni in tema di diritti di minori stranieri non accompagnati partendo dal riconoscimento che essi non sono stranieri, non sono migranti: sono bambine, bambini e ragazzi. Questo è lo status che va loro riconosciuto.

Non è inoltre accettabile che l’Unione assista a violazioni dei loro diritti gravi e gravissime come sta avvenendo in Ungheria o in altri paesi europei. Io penso che sia necessario adottare pesanti misure sanzionatorie nei confronti di violazione dei diritti umani. Così come è tempo di intervenire sull’accordo di Dublino che, per le persone di minore età prevede è vero la possibilità di ricollocamenti in altri paesi (in presenza di familiari) ma di fatto li nega rendendo le procedure burocratiche pesanti e lentissime. Il tempo non è una piccola o trascurabile variabile nella vita di un bambino o di un ragazzo.

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abc last apr 4, 2019 Categorie: Territorio ,Sul territorio
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