Perché tutte le donne non debbano mai più avere paura

nov 30, 2012 Categorie: Territorio ,Sul territorio

Carissime amiche e carissimi amici,

il 1 dicembre prossimo, al Cinema Lumiere di Via Azzo Gardino 65, a Bologna, sarà proiettato il film di Liliana Cavani “Troppo amore”, prodotto
da Rai Fiction.

Ho ritenuto giusto contribuire alle manifestazioni in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, voluta dalla Nazioni Unite e ringrazio la Fondazione Cineteca di Bologna che si è resa disponibile e così anche Rai Fiction che ha consentito la proiezione del film.

Questa iniziativa, a solo qualche giorno dal 25 novembre, sarà l’occasione per discutere insieme di questo tragico fenomeno che insiste in modo preoccupante nel nostro Paese.

Dall’inizio di quest’anno sono più di cento le donne che hanno perso la vita per aver subito violenza domestica da quello che ritenevano essere il proprio marito, compagno, fidanzato, padre o fratello. Ogni giorno, in Europa, sette donne vengono uccise dai loro partner e in Italia, nel 2011 sono morte 127 donne, il 6,7% in più rispetto al 2010. Di questi omicidi, 7 su 10 sono avvenuti dopo maltrattamenti o forme di violenza fisica o psicologica.

Rashida Manjoo, relatore speciale sulla violenza contro le donne delle Nazioni Unite, ha visitato ufficialmente il nostro Paese lo scorso gennaio su invito del governo. Questo è parte di ciò che ha dichiarato:

“Purtroppo, la maggioranza delle manifestazioni di violenza non è denunciata perché le vittime vivono in una contesto culturale maschilista dove la violenza in casa non è sempre percepita come un crimine, dove le vittime sono economicamente dipendenti dai responsabili della violenza. Persiste la percezione che le risposte fornite dallo Stato non siano appropriate e di protezione. Inoltre il mio report sottolinea la questione della responsabilità dello Stato nella risposta data al contrasto della violenza, si analizza l’impunità e l’aspetto della violenza istituzionale in merito agli omicidi di donne causati da azioni o omissioni dello Stato. Il femminicidio è un crimine di Stato, tollerato dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita. In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza, questi risultati non hanno però portato ad una diminuzione di femminicidi e non sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine.”

La Convenzione di Istanbul, aperta alla firma l’11 maggio del 2011, costituisce oggi il trattato internazionale di più ampia portata per affrontare il fenomeno. Tra i suoi principali obiettivi ha la prevenzione della violenza contro le donne, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori. La Convenzione mira inoltre “a promuovere l’eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini”. Ma l’aspetto più innovativo del testo è senz’altro rappresentato dal fatto che la Convenzione riconosce la violenza sulle donne come una “violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione”.

Il nostro Paese ha firmato la Convenzione, ora però si attende che sia ratificata con rapidità. La ratifica da parte dell’Italia rappresenterebbe un esempio anche per gli altri paesi: per far entrare infatti in vigore la Convenzione, che ha ricevuto sinora 23 firme (con quella italiana) e una sola ratifica da parte della Turchia, sono necessarie almeno nove ratifiche.

La firma della Convenzione da parte dell’Italia è un importante passo avanti verso la fine della violenza sulle donne in Europa – afferma Christine Weise, presidente di Amnesty International Italia – ma perché sia efficace c’è ancora molto da fare, in primo luogo ratificarla sollecitamente.

Ogni donna e uomo di questo Paese si deve sentire impegnato in azioni che sollecitino il governo italiano perchè la Convenzione di Istanbul sia al più presto ratificata.

Vi segnalo anche che dall’8 novembre al 5 dicembre 2012 si svolgerà a Bologna la VII edizione del FESTIVAL LA VIOLENZA ILLUSTRATA.  Troverete a questo link tutti  i dettagli pubblicati sul sito Casa delle donne per non subire violenza. Alcune esponenti di questa Associazione, impegnata nella tutela delle donne, saranno con noi il 1 dicembre.

All’incontro parteciperanno la stessa regista, Liliana Cavani, che al termine del film risponderà alle domande del pubblico in sala, mentre prima della proiezione la Sottosegretario M. Cecilia Guerra, del Ministero delle Politiche sociali, dedicherà al tema un intervento. Il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, porterà il saluto della città.

Vi aspetto numerosi il 1 dicembre, è tempo che la società civile si unisca attorno a questa che è una vera emergenza per il nostro Paese, perché le nostre figlie e tutte le donne non debbano mai più avere paura.

Sandra Zampa

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