D’Alema – Prodi? No, stavolta è il contrario

Zampa: «D’Alema-Prodi? No, stavolta è il contrario»

Intervista a Sandra Zampa su Il Corriere di Bologna del 14 febbraio 2014

BOLOGNA – Ha appena finito di presiedere l’assemblea più difficile della sua vita, la direzione del Pd che in poche ore ha dato il benservito al governo di Enrico Letta e ha aperto la strada a Matteo Renzi verso Palazzo Chigi.

Come è stato oggi essere al largo del Nazareno nel suo ruolo?

«Fino a ieri sera spiega la parlamentare bolognese Sandra Zampa – ho sofferto molto per quello che mi aspettava. Poi la notte ha portato consiglio, ho lasciato la parte sentimentale e mi sono concentrata sulla razionalità politica e per questo avevo il cuor leggero».

Resta il fatto che ha vissuto da protagonista un passaggio piuttosto drammatico nella breve storia del Pd.

«È stata una pagina triste non lo nego. C’erano esponenti del Pd che fino a pochi giorni fa ti richiamavano all’ordine quando esprimevi dubbi su un provvedimento del governo, che ieri non sapevano più chi fosse Enrico Letta. Franceschini non c’è mai. Trovo disgustoso e ipocrita che quelli che fino a pochi giorni fa ti minacciavano di espulsione se non ti attenevi alle decisioni ora dicano “Letta chi?”. Ho visto il volto cinico della politica che avevo già visto quando Prodi restò solo a Palazzo Chigi. Allora c’erano solo Santagata, Padoa Schioppa e Bersani».

Veniamo al merito della decisione. Lei al congresso si è schierata con Pippo Civati che ieri ha votato contro la decisione della direzione del partito insieme a tutto il suo gruppo. Lei non ha votato perché presiedeva l’assemblea ma come avrebbe votato?

«Io mi sarei astenuta e su questo ho avuto una discussione con Pippo Civati, ricordandogli tra l’altro che lui non aveva votato la fiducia a Letta. Letta ha fatto un grande lavoro internazionale ma se andavamo avanti così morivamo, questo lo capisco, morivamo noi e moriva il Paese, il governo era ormai ridotto allo stremo. E credo che il gruppo del Pd, votando provvedimenti che non andavano votati, non l’abbia certo aiutato».

Dunque comprende la mossa di Renzi?

«Io credo che lui debba una spiegazione di quello che è successo agli italiani e ai suoi sostenitori ma credo che lo capisca benissimo. L’ha detto anche lui, la politica è anche rischiare. Però io mi aspetterei che finite le riforme si possa tornare al voto».

I militanti sono sconfortati per il fatto che Renzi va a Palazzo Chigi senza passare dalle urne e rievocano il parallelo con il passaggio tra Prodi e D’Alema.

«Credo che sia un paragone improprio perché Romano Prodi era stato eletto dal popolo. Anzi per certi versi è il contrario perché Renzi ha avuto una legittimazione alle primarie».

Giovedì sono circolate con insistenza due notizie. La prima parlava di dimissioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo l’avvio del governo Renzi, la seconda di una possibile elezione di Romano Prodi al Quirinale. Che ne pensa?

«Che la disponibilità di Napolitano fosse a termine era cosa nota, ma la seconda è una solenne cretinata».

Perché?

«Perché ci si dimentica che dovrebbe eleggerlo sempre questo Parlamento che non l’ha già votato una volta».

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abc last feb 14, 2014 Categorie: Media ,Media ,Sui mass media
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