Il 10 a tutti della Scuola Longhena: non è questione di torto o ragione

feb 17, 2009 Categorie: Media ,Sui mass media
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la scuola di Longhena

la scuola di Longhena

Lettera al direttore de La Repubblica, Edizione di Bologna

Caro Direttore, su queste pagine si e’ molto dibattuto della decisione dei docenti della scuola di Longhena di attribuire a tutti gli alunni il massimo dei voti, cioe’ 10. E si sono lette polemiche e critiche anche nei confronti del PD. 

Da democratica tengo a dire che la scelta dei docenti non è riconducibile ad una questione di torto o ragione. E’ piuttosto sintomo allarmante della tensione che pervade il mondo della scuola.

E’ segno di una ferita, di un dissenso dichiarato e in larga parte inascoltato. E’ la conseguenza di un dialogo interrotto che non potrà riaprirsi se il Ministro non riunirà gli Stati Generali della Scuola per approdare ad una vera e condivisa azione di riforma del sistema scolastico italiano.

E’ la riprova che non è possibile procedere a colpi di Decreti Legge su temi che coinvolgono una così grande parte di cittadini. Per la prima volta molti docenti si trovano a dovere esprimere la valutazione con un numero anziché con un giudizio. Cosa non facile, soprattutto se si tratta di bambini dai 6 ai 10 anni. Difficoltà che si acuisce se il voto è di sintesi, in questo caso un numero, che tenga conto delle possibilità, dei progressi, della condizione di partenza di ognuno.

In assenza della normativa, che ancora non ha ultimato l’iter, in assenza di un approfondito studio che tenga conto della complessità della valutazione di un allievo e delle responsabilità del docente nella costruzione di una proficua relazione con il suo allievo, c’è da chiedersi se sia più scorretto valutare con il massimo dei voti il progresso compiuto secondo le possibilità di ciascuno, piuttosto che attribuire dei voti numerici, senza che siano stati stabiliti criteri nuovi e condivisi per un nuovo metodo di valutazione.

10 “politico”

10 “politico”

Questi docenti hanno scelto, a loro insindacabile giudizio, il danno minore. E’ certamente anche una forma di protesta, ma non lesiva degli sforzi compiuti dai loro allievi. Da democratica dico che non li lasceremo soli ma li esorto anche a riflettere sul fatto che la complessità del tema e’ tale da non poter che produrre reazioni diverse e posizioni articolate.

Non meravigli che la politica viva con tensione, pari alla loro, il problema. E’ segno di una attenzione e di una sensibilità autentiche per il mondo della scuola.

Il PD non lascerà soli i docenti di fronte alle difficoltà e agli ostacoli che questo governo sta mettendo in campo, non lo ha fatto nel pieno della protesta e non lo farà ora, perché crede in un modello di scuola inclusiva, vero motore per la crescita sociale e risorsa per tutto il paese.

Sandra Zampa, parlamentare PD

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abc last feb 17, 2009 Categorie: Media ,Sui mass media
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