Non solo impegno militare: l’Italia aiuti anche i profughi

Lampedusa  e altre illusioni

Le rivoluzioni del Maghreb provocano nuove ondate di migranti. Cercano una porta per l`Europa ma la realtà è ben diversa. Cronaca di una visita a Lampedusa, con una popolazione esasperata ma generosa e decine di minori lasciati a sé stessi.

Articolo di Sandra Zampa, Gilberto Mastromatteo ed Eva Morletto su Famiglia Cristiana del 31 marzo 2011

Foto di Samuele Pellecchia/Prospekt

La prima cosa che mi colpisce all`arrivo a Lampedusa è il senso di abbandono che si coglie nelle strade. L`isola sembra quasi inabitata. Nelle ore successive scoprirò che gli isolani se ne stanno chiusi in casa o sono altrove.

Nessun sentimento di rifiuto nei confronti dei tanti sbarcati da febbraio ad oggi, ma stanchezza e irritazione per ciò che è accaduto e continua ad accadere: una notte dopo l`altra, con numeri abbastanza ridotti, gli sbarchi dalla Tunisia si sono susseguiti fino a far giungere o superare le cinquemila presenze di stranieri sull`isola.

Le barche dei disperati sono state messe una sull`altra in uno spiazzo dove, d`estate, sta una giostra per i bambini. L`olio e il carburante inquinano il terreno e nessuno pare curarsene.

A Lampedusa arrivo insieme all`avvocato Alessandra Ballerini, esperta in Diritto dell`immigrazione, con l`intento di capire quel che succede e verificare le condizioni dell`accoglienza dei minori non accompagnati, Ci fa da guida una lampedusana che gestisce un Bed & Breakfast.  Dei minori non accompagnati si occupa Save the children che è rappresentato da due giovani operatori sempre al nostro fianco.

La nostra è una via crucis tra stazione marittima, porto, centro di accoglienza, e area marina protetta dove, da un paio di giorni, sono  alloggiati appunto i minori non accompagnati.

Li hanno portati qui perché al centro di accoglienza gli adulti sono troppi e non si possono più garantire condizioni non promiscue.

La prima tappa è alla stazione marittima, sul porto. Lì incontro il parroco che ha raccolto abiti, scarpe e coperte tra i lampedusani e gestito con altri. Gli uomini sbarcati negli ultimi giorni sono ovunque. Dormono su sacchi di plastica, come quelli per l`immondizia. Nessuna possibilità di farsi una doccia. In francese pregano di potersene andare.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Arriviamo dai minori alla Marina protetta, anche loro accatastati uno sull`altro. Dormono a terra, niente materasso, niente cuscini, niente di niente. Per gli oltre 200 ospiti due bagni senza doccia: due lavandini, due gabinetti.

Sono agitatissimi. Ci circondano e parlano a voce alta. Quasi nessuno conosce una lingua diversa dall`arabo. Vogliono andare via. Mi mostrano il cartellino che viene consegnato loro all`arrivo dalle Forze dell`ordine con la data dello sbarco e una crocetta per ogni giorno trascorso lì. Sono tutti tunisini, l`età media è  16-17 anni. Ma ce ne sono tanti di 11, 12, 13 anni.

Hanno perso il lavoro quelli che vengono  da località turistiche, hanno perso familiari nelle violenze quelli che arrivano da Tunisi. Così almeno riferiscono. Dicono di saper lavorare.

L`operatore di Save the children traduce. Mi hanno suggerito di non fare promesse. «Non dipende da me che voi possiate venir via da qui»,  dico. Ma non posso lasciarli senza speranze: «Cercheremo di aiutarvi». Parte un applauso.

L`Italia ha sottoscritto la Convenzione Onu che tutela l`infanzia e l`adolescenza. Ma a Lampedusa  vengono tenuti in condizione di insicurezza e della loro presa in carico (prevista dalla Convenzione) nessun esponente del Governo sembra volersi occupare.

Ultima tappa al centro di accoglienza stracolmo di uomini. Chiedono di andarsene. Ml domando se saranno riportati in Tunisia. Ma come potrà avvenire se non vengono identificati? Sono i poliziotti (le Forze dell`ordine stanno dando grande prova di umanità) a dirmi che non si riesce più a fare le identificazioni e a smentire che vengano raggiunti da decreti di respingimento o iscritti nel registro degli indagati per il reato di clandestinità.  Ad alcuni è capitato e capita. Ma non c`è trasparenza su quel che accade.

In queste ore, mentre chiudo questo intervento, si aggrava la preoccupazione. Alla Conferenza Stato-Regioni di pochi giorni fa il problema dei minori non accompagnati non è emerso. Per il Governo non esistono. Per le Regioni  la loro presa in carico è più costosa di quella degli adulti e il Governo non paga la differenza.

In un`Europa che stenta nelle sue stesse  ragioni d`essere, pace e coesione, l`Italia, da novembre senza ministro alle Politiche comunitarie, è incapace di far sentire la propria voce a Bruxelles. E loro restano là, alla Marina protetta, senza un materasso su cui dormire.

Il costo della portaerei Garibaldi che naviga nelle acque attraversate dai disperati in fuga, è di 100 mila dollari al giorno. Ogni missione di ricognizione aerea su Cirenaica e Tripolitania costa all`Italia 300 mila euro.

Siamo con l`Onu a difendere la popolazione e a sostenerne i diritti. Ma proprio per questo all`impegno militare deve accompagnarsi non minore impegno sul fronte umanitario. Quale coerenza potremmo vantare in futuro con i bambini diventati nel frattempo adulti? Quale immagine dell`Occidente e dell`Italia?

Sandra Zampa

Capogruppo PD Commissione Infanzia e Adolescenza.

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