Le riforme che servono sono quelle antipatiche

Intervista a sandra Zampa su Il Tempo del 27 dicembre 2009

La portavoce di Prodi: «Le persone non soffrono per il bicameralismo»«Le riforme che servono sono quelle antipatiche»

L’intervista Zampa (Pd): «Si cominci da tv e conflitto d’interessi»

Le parole del Papa arrivano proprio mentre è a messa. E così, Sandra Zampa, deputata del Pd e portavoce di Romano Prodi, ci vuole riflettere un po’. Per poi ammettere che al dialogo ci spera ma non ci crede più di tanto.

«L’appello del Santo Padre è autorevolissimo e aiuterà il confronto», spiega la Zampa. Prende un attimo di fiato e aggiunge: «Ma io non ci credo più di tanto. Non vedo davvero la volontà di confrontarsi, soprattutto per come è stata trattata l’opposizione in queste mesi». Perché come è stata trattata? «Guardi, a tratti in maniera anche volgare». Intanto però anche Rosy Bindi sembra accogliere l’appello del Pontefice. «Certo, ma anche io lo faccio mio. Non ho visto dall’altra parte lo stesso spirito». Di Pietro non la pensa molto diversamente.

«Le riforme che servono al Paese sono riforme complesse, difficili. Direi antipatiche».

Antipatiche? «Esatto. Antipatiche. Ricordo che quando il governo Prodi ci mise le mani fu tutto molto difficile, un lavoro durissimo. Se si toccano certi interessi, come fece proprio Bersani, quei pochi che se ne svantaggiano sono pronti a fare le barricate. Penso proprio al Professore che diceva, guardando piazza Colonna: “Vediamo chi è venuto a protestare stamattina”. A me non sembra di vedere da parte del governo la stessa volontà a toccare quegli interessi».

E lei da dove comincerebbe?

«Dalla riforma che i nostri elettori ci imputano di non aver fatto. Quella che ci rinfacciano ad ogni campagna elettorale: la riforma delle tv e quella del conflitto di interessi».

Se comincia da lì è difficile che il Pdl possa seguirla.

«Se si vogliono fare le riforme assieme bisogna ascoltare anche l’altra parte. Altrimenti hanno cento deputati di maggioranza, vadano avanti. Ce lo ripetono ogni giorno, facciano pure. Il dialogo prevede che uno parla e l’altro ascolta e poi si intervono i ruoli». Berlusconi oggi ha ribadito che il prossimo anno vuole andare avanti con tutte le riforme istituzionali.

Che cosa risponde?

«Lo dico con tutto il rispetto per i costituzionalisti ma non vedo oggi persone soffrire per il permanere del bicameralismo perfetto. Vedo invece tanti italiani che davvero non ce la fanno per via della crisi, vedo italiani scivolare verso la fame. Vedo che la precarietà dilagante sta amplificando gli effetti della crisi».

Ma quando siete stati al governo non siete riusciti nemmeno a definire che cosa è precarietà…

«E torniamo a quello che le ho detto prima, le riforme antipatiche sono quelle che servono al Paese. E sono quelle più difficili. Guardi alla riforma della sanità appena varata da Obama: quanto ci ha dovuto lavorare il presidente Usa?»

D’accordo, ma se Berlusconi va avanti con le riforme istituzionali che cosa deve fare il Pd? Stare a guardare?

«No, deve fare le sue proposte. Per esempio bisognerebbe fare la riforma della legge elettorale ripristinando l’uninominale. Tutti si dicono contro, nessuno però passa poi ai fatti».

Come giudica i primi passi di Bersani?

«Bene, molto bene. È quello che più assomiglia a Prodi. Lento, sobrio ma determinatissimo una volta che sceglie una strada». Ci sarà una cosa che non le è piaciuta? «Fa bene a dire che la linea politica la sceglie lui. Dovrebbe farlo più spesso». Per esempio quando? «Ho letto le dichiarazioni di Veltroni. Penso che qualche volta è giusto che degli esponenti del Pd facciano un passo indietro. Basterebbe solo che restassero un po’ in silenzio».

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