Prodi è l’unico coerente tra le parole e i fatti. Lui ha lasciato, gli altri sono tutti ancora qui

Intervento di Sandra Zampa alla Direzione Nazionale del Partito Democratico.

Roma, 8 giugno 2012.

Ho apprezzato le proposte con cui il segretario Bersani ha chiuso il suo intervento. Sono pronta a sottoscriverle. Così come credo vada sottoscritta la decisione di far arrivare a conclusione naturale, cioè al 2013, il governo Monti.

Bersani ha detto che nel Paese manca la sensazione che operi con equità. Non è una sensazione: l’equità manca davvero. Tuttavia se noi facessimo ora vacillare quel governo e lo facessimo cadere, faremmo male proprio ai meno abbienti e ai più deboli che pagherebbero il prezzo più alto. E l’equità sociale ed economica è la vera priorità cui dovremo dedicarci nel caso, sperabile, di una vittoria elettorale. E poi c’è l’innovazione sociale su cui impegnarci, che significa conquista di diritti, dalla cittadinanza agli immigrati, alle opportunità per i giovani, alle unioni di fatto, alla partecipazione.

Il PD deve e può vincere ma la sua ambizione non può limitarsi a raggiungere la percentuale sufficiente lasciando che il 40% degli Italiani rinunci ad andare a votare. Dobbiamo avere l’ambizione di cambiare questo Paese, ma per far questo occorre che la gente creda in noi, occorre un consenso ampio, occorre che la faglia di cui Bersani ha parlato sia colmata. Ma non è vero che la faglia è dovuta al fatto che, come ha detto Bersani, il suono della politica non arriva alla gente. Il suono arriva benissimo, ma alla gente ripugna.

Anche io penso che il PD non è tra i problemi, ma tra le possibili soluzioni. Se non lo credessi non sarei qui, considerato il numero di rospi che ho dovuto ingoiare e le sofferenze che ho vissuto in questi anni. Ma occorre dirsi la verità. Alla faglia abbiamo contribuito anche noi.

Gli esempi sono tanti. Le nomine dell’altro ieri sono l’ultimo esempio. Per sistemare una persona che ha avuto tutti i privilegi che stiamo cancellando e per garantirglieli per altri sette anni, abbiamo fatto un danno al partito e al Paese. Abbiamo cancellato i vitalizi (e nessuno lo sa) e abbiamo azzerato il valore di quella scelta concedendo a tre ex Presidenti della Camera (i cui nomi sono noti a tutti) che i loro privilegi continuino per altri 10 anni a partire dal 2014. Abbiamo detto, già in campagna elettorale nel 2008, che la priorità era cancellare la legge elettorale e ci sono voluti i tavolini di un piccolo gruppo di noi per promuovere un referendum e costringere il PD a darsi una mossa. (La verità è che per andare in un luogo nuovo occorre la cultura nuova che conduce lì- ).

Abbiamo fatto il PD per conquistare la società civile, ma l’abbiamo usata o delusa. Tanto che sta pensando a farsi una lista in proprio con cui certo dovremo rapportarci, ma il cui messaggio nei nostri confronti e’ chiaro: avete fallito. Per affermare che la democrazia è irrinunciabile bisogna ripartire dai cittadini cui appartiene la sovranità. Ce lo insegna la Costituzione.

Infine voglio spiegare perché ho firmato l’odg di Pippo Civati. Dopo aver letto le dichiarazioni di un esponente della segreteria Bersani, di cui non farò il nome, mi sono convinta di un’altra cosa. Ve le leggo: “chiudere con la seconda Repubblica significa chiudere con i suoi protagonisti.” Non credo che Prodi voglia andare al Quirinale (e qui ci siamo, l’autore delle dichiarazioni ci ha preso), ha già fatto tante cose e ha avuto tanto dal Paese. I suoi consigli si accettano ma abbiamo già dato. Serve un rinnovamento della classe italiana”.

Ecco lo penso anche io. E faccio notare che Prodi è l’unico dei protagonisti della seconda Repubblica che se ne è già andato, ha chiuso. Mentre qui siede la gran parte dei protagonisti della seconda Repubblica e forse anche qualcuno della prima. E’ ora che il rinnovamento abbia inizio davvero”.

Sandra Zampa, deputata e componente della Direzione nazionale del Partito Democratico

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