Stupita ed addolorata per la risposta del governo alla mia interpellanza sui bandi di gara al ribasso per la gestione dei CIE

XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 15 MARZO 2012 — N. 605

Problematiche concernenti i criteri dei bandi di gara previsti per i contratti per la gestione dei centri di identificazione ed espulsione, centri di soccorso e prima assistenza, centri di accoglienza e centri di accoglienza per richiedenti asilo, anche alla luce di un bando emanato dalla prefettura di Modena

Interpellanza n. 2-01405

PRESIDENTE. L’onorevole Zampa ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01405, concernente problematiche concernenti i criteri dei bandi di gara previsti per i contratti per la gestione dei centri di identificazione ed espulsione, centri di soccorso e prima assistenza, centri di accoglienza e centri di accoglienza per richiedenti asilo, anche alla luce di un bando emanato dalla prefettura di Modena (Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, questa interpellanza, il cui contenuto è stato anche oggetto di denunce e, comunque, di attenzione da parte dei media, nasce dalla notizia documentata relativa ad un bando di gara già in atto per l’appalto dei servizi al centro di identificazione ed espulsione di Modena. Appalto che, però, a quanto risulta, pare essere Pag. 68esemplare cioè il primo tra quanti vanno in scadenza e primo, ma uguale a tutti quelli che verranno. Ciò che desta enorme preoccupazione, al di là della perplessità, ma vera preoccupazione, è che questo appalto, per la prima volta, sceglie il criterio del prezzo più basso, partendo da una base d’asta di 30 euro. Preoccupa, inoltre, che in questa cifra devono essere compresi i servizi di gestione amministrativa, la tenuta del magazzino, il controllo e la verifica delle utenze telefoniche, elettriche, idriche, gas e combustibile per riscaldamento, fornitura dell’economato, servizi di assistenza generica alla persona, mediazione linguistica-culturale, servizio di informazione sulla normativa concernente l’immigrazione, orientamento generale sulle regole comportamentali all’interno della struttura, distribuzione e controllo dei pasti, barberia, lavanderia, assistenza sanitaria, screening medico di ingresso, primo soccorso sanitario, trasferimenti presso eventuali strutture ospedaliere, servizi di pulizia e igiene ambientale, pulizia dei locali diurni e notturni, disinfezione, disinfestazione, raccolta e smaltimento rifiuti, raccolta dei liquami, pasti e via dicendo.
Ne ho anche saltati alcuni: i prodotti per l’igiene personale, vestiario e generi di conforto. Appare evidente che partire da una base d’asta di 30 euro, scegliendo per di più il criterio del prezzo più basso per una fornitura di servizi di questo tipo apre a due sole possibilità: da un lato, che questi centri si trasformino, dall’inferno che già oggettivamente sono, in una specie di canile e, dall’altro, che invece partecipino alle gare soltanto ditte che evidentemente se lo possono permettere e sappiamo bene che cosa ciò significhi; mi riferisco ai rischi di infiltrazioni e, pertanto ciò può diventare un business per aziende che in realtà dovrebbero stare fuori dal mercato. Quindi, si chiede di sapere se non sia il caso di sospendere questo bando ma soprattutto di rivedere complessivamente tutta la partita.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l’interno, Saverio Ruperto, ha facoltà di rispondere.

SAVERIO RUPERTO, Sottosegretario di Stato per l’interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, con l’interpellanza all’ordine del giorno, gli onorevoli Zampa ed altri deputati pongono all’attenzione del Governo la questione relativa all’individuazione dei criteri di aggiudicazione delle gare per la gestione del centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Modena.
Al fine di assicurare la continuità dei servizi erogati, atteso che la convenzione attualmente in essere ha scadenza il 31 marzo 2012, la prefettura il 15 febbraio scorso ha indetto una gara d’appalto con base d’asta di 30 euro al giorno per persona, sulla base delle indicazioni fornite dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno che, sulla base delle prerogative attribuite dal codice appalti, ha individuato il criterio di aggiudicazione consistente nel prezzo più basso.
Secondo gli onorevoli interpellanti il criterio individuato non garantirebbe «le condizioni minime per l’accoglienza dei cittadini stranieri» e provocherebbe «un deterioramento delle già precarie condizioni» degli stranieri ospitati nei centri.
Al riguardo, va preliminarmente sottolineato che è in atto una generale attività di verifica e miglioramento dello stato di qualità dei servizi resi nei CIE e in particolare delle attività ricreative, di svago e di natura sociale e culturale. È stata, infatti, avviata, in via sperimentale, già dallo scorso anno, un’attenta attività di audit sulle prestazioni erogate, al fine di verificarne la qualità. Quest’iniziativa sarà intensificata e messa a regime nel corso di quest’anno.
Faccio, inoltre, presente che già il capitolato unico d’appalto per il funzionamento e la gestione dei centri per immigrati (approvato con decreto del Ministro dell’interno del 21 novembre 2008) prevede che le prefetture esercitino il controllo e il monitoraggio costante della gestione dei centri. Qualora si verifichino Pag. 69disservizi è prevista l’applicazione di penali, nonché – in caso di grave inadempienza – la risoluzione del contratto.
Pertanto, si ritiene non sia opportuno procedere ad una sospensione del bando di gara, anche nella considerazione che, da una parte, attesa la scadenza ormai prossima del 31 marzo, è fatto obbligo di garantire la continuità dei servizi erogati nel CIE e, dall’altra, la vigente normativa sugli appalti pubblici non consente la proroga dei contratti in essere.
Parimenti, non appare opportuno – ad avviso del rispondente – ripristinare il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per i bandi di gara in questione poiché la previsione di un costo standard – determinato anche dalla congiuntura economica e dalla necessità di razionalizzare la spesa pubblica – ha tenuto conto degli esiti delle gare svolte in altre parti del territorio nazionale, dove il prezzo di aggiudicazione si è mantenuto sotto i 30 euro. Cito gli esempi di Foggia, di due centri a Bari, di un centro a Varese e di quello a Trapani-Milo.
L’orientamento seguito, peraltro, appare condivisibile anche alla luce della giurisprudenza amministrativa che, in un caso analogo, ha respinto l’istanza cautelare prodotta con un ricorso presentato per l’annullamento di un bando di gara, confermando che la scelta del criterio rientra nei poteri discrezionali dell’amministrazione appaltante e peraltro valutando positivamente la circostanza dell’allineamento del costo di gara con quello di altri contratti.
Per quanto riguarda lo specifico quesito sul termine massimo di permanenza nei CIE di 18 mesi, è utile sottolineare che tale periodo corrisponde ai tempi medi utili per addivenire all’identificazione dei migranti ivi ospitati ed è in linea con quanto stabilito dalla direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008 recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri dell’Unione europea al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.
Per quanto poi attiene alla tutela dei diritti ed alle condizioni dei cittadini stranieri trattenuti nei CIE, con particolare riguardo alle persone particolarmente vulnerabili (donne, bambini e malati), va considerato che è stato avviato il progetto Praesidium, arrivato ormai alla settima annualità, grazie al quale il Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, la Croce Rossa e la ONG «Save The Children» effettuano il monitoraggio delle procedure di accoglienza e vigilano sul rispetto dei diritti umani, segnalando tempestivamente eventuali criticità al Ministero dell’interno.

PRESIDENTE. L’onorevole Zampa ha facoltà di replicare.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, mi dichiaro totalmente insoddisfatta e devo dire che sono anche stupita: sono stupita dall’ultima parte del passaggio della sua dichiarazione, dove lei addirittura fa trasparire di non conoscere che nei CIE non possono entrare i minori di 18 anni e che «Save the children» non può essere una delle associazioni interessate a questa attività perché è proprio proibito dalla Convenzione ONU, che abbiamo sottoscritto, e che prevede che nei CIE i minori non debbano entrare.
Questo detto – e però non è un piccolo dettaglio – voglio aggiungere che, anche per quanto riguarda i 18 mesi, è vero che l’Europa ha aperto alla possibilità dei 18 mesi, ma è vero che la media di permanenza nei CIE è ben lontana in Europa dall’essere 18 mesi e che è stata considerata dalle organizzazioni internazionali una scelta assolutamente negativa quella di aver fatto protrarre il periodo di possibile detenzione.
Tra l’altro, i dati dimostrano che, laddove si prolunga la durata potenziale, oggettivamente aumenta la durata effettiva e quindi tra l’altro, essendo, come mi pare, il criterio che il Governo indica quello del risparmio, vista la crisi in atto, segnalo che meno li si trattiene nei CIE, dove di fatto sono detenuti e quindi privati della libertà, Pag. 70e più si risparmierebbe, invece che allungare e farla pagare a questi poveretti che sono dentro.
Aggiungo e ribadisco quanto l’interpellanza indica, e cioè che è assolutamente impossibile che, con una base d’asta di 30 euro col criterio di prezzo più basso, si possa ottemperare a tutta la richiesta di servizi che vengono indicati; quindi si apre evidentemente ad irregolarità di ogni genere. Inoltre, invito davvero il Governo ad andare a vedere in quali condizioni vivono i detenuti dei nostri centri di identificazione e di espulsione, che sono dei veri e propri inferni, dove vengono detenute persone in condizioni assolutamente diverse e dove finiscono persone che non dovrebbero stare lì neanche per mezz’ora, come per esempio le donne, che sono nell’80 per cento dei casi evidenti vittime di tratta e che quindi tra l’altro necessiterebbero di essere ascoltate ed aiutate da esperti non solo in grado di parlare la loro lingua, ma anche di far comprendere loro che esiste la possibilità di essere tutelate e difese, laddove si denunci per esempio la filiera della tratta.
Questo aiuterebbe anche il nostro Stato, il nostro Paese a liberarsi di una piaga così grave. Pertanto, davvero sono completamente insoddisfatta.
Vorrei concludere, dicendo che ciò mi delude molto, perché comprendo che abbiamo sostenuto e stiamo sostenendo questo Governo poiché siamo consapevoli dell’ora drammatica che il nostro Paese vive e che il pareggio di bilancio è un grande valore; tuttavia, i diritti umani e il loro rispetto rappresentano un valore che si trova assolutamente al di sopra del pareggio di bilancio. E, certamente, il pareggio di bilancio deve essere al servizio dei diritti umani, e non il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

 

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